Ma come si traduce tutto questo nel bicchiere e, soprattutto, a tavola?
«Il mondo del vino, e degli spumanti in particolare, è in continua evoluzione», spiega Alessandro.
«Anno dopo anno il palato della gente sta crescendo, si sta educando. La bollicina, un tempo riservata al momento dell’aperitivo, diventa sempre più trasversale, un vino da tutto pasto. Le si chiede ecletticità, per sostenere anche piatti di una certa importanza, come la carne o i pesci salsati, fino ai dessert, magari in abbinamento a una Riserva con qualche anno alle spalle. Tutto questo è possibile solo se si tratta di bollicine di qualità, ovvero con una buona acidità e una struttura aromatica importante».
I vini trentini come si collocano in questa panoramica?
«Le bollicine trentine hanno l’enorme valore aggiunto di una tradizione spumantistica importante alle spalle, e quindi di un know how radicato. Le caratteristiche del suolo e l’altitudine regalano alle uve l’acidità perfetta per gli spumanti. L’escursione termica, poi, regala un’aromaticità e una morbidezza uniche, contribuendo all’eleganza e alla longevità degli spumanti».
Ecco perché possono reggere bene anche qualche anno di affinamento, e accompagnare piatti anche strutturati e decisi senza esserne sovrastati.
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