Sette chilometri e meno di 700 metri di dislivello, un tracciato accessibile a tutti, ma anche “uno dei posti più straordinari del Trentino”: se dovesse consigliare un trekking sul territorio, Davide Sapienza, esploratore, narratore e scrittore, penserebbe a un percorso all’interno del parco naturale di Paneveggio.
“Nel 2008 ho messo in scena qui uno spettacolo tratto dal mio libro La valle di Ognidove e quest’inverno ci sono tornato per fare sci escursionismo: è un cammino che si può fare sia con la bella stagione che con la neve e il suo grado di difficoltà non è “respingente”, anzi attrae le persone verso la montagna”.
Davide consiglia di partire da Pian dei Casoni a 1.685 metri di altitudine e di arrivare alla Baita Segantini a 2.200 metri. Durante la ridiscesa verso il punto di partenza poi, la sosta alla Malga Juribello è d’obbligo se si vuole godere di una visuale incredibile, di “un panorama da lacrime”. Il parco è area protetta, in alcune zone si può andare solo accompagnati da una guida, in altre, le riserve integrali, è addirittura vietato camminarci: “Sotto le pale di San Martino sembra di trovarsi in Patagonia (o è la Patagonia ad assomigliare al Trentino?), ci sono foreste di conifere immense e selvagge che ricordano quelle del Canada”.
La Foresta di Paneveggio è conosciuta anche come Foresta dei violini, per gli abeti rossi da cui i liutai ricavavano legno di ottima qualità per fabbricare le casse di risonanza degli strumenti (addirittura si racconta che Stradivari in persona si recasse qui alla ricerca dell’albero perfetto). La natura dunque ci parla di musica, ma anche di letteratura: nella Val Canali la Biblioteca del Parco è dedicata a Dino Buzzati che amava questo luogo da cui prese ispirazione per ambientare Il deserto dei Tartari.
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