“L’idea per la ricetta di questo cocktail è nata proprio partendo dai sentori dell’Arèle”, ci racconta Patrizia Bevilacqua, capo barman del Clotilde Bistrot di Milano. Ai profumi del Vino Santo del Trentino la giovane barlady ha abbinato i gusti decisi di un whisky con sentori di frutta secca (nello specifico mandorle) e legno accompagnato da miele e vaniglia. Un bouquet complesso che riprende il vino, mentre il drink si completa sul finale con un velluto soffice al sapore di nocciola, dato dal liquore frangelico. “Il vino dovrebbe trovare più spazio nella miscelazione; a me piace sperimentare con tutto, dal rosso al moscato”. Non fateci caso se a servirvi è una donna, per lei – ci dice – dietro al bancone sono tutti uguali e quello che conta sono solo l’eleganza e l’umiltà. Il mestiere lo ha imparato da suo padre, Gianpaolo, che l’ha condotta per primo “in questo magico mondo fatto di colori e vetro”; lei da piccola spiava nell’angolo bar di casa senza poter toccare niente. “A 16 anni mio padre mi portò per la prima volta a un concorso a Parma. Era una gara tutta al femminile. Solo in aereo mi avvisò che avrei dovuto parteciparvi io. Mi diede una ricetta scritta a penna, che ancora adesso conservo gelosamente, e mi spiegò in modo accurato cosa avrei dovuto fare. Mi piazzai al terzo posto. Da questa esperienza è nata la mia passione per questo lavoro”.
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